martedì 23 febbraio 2016

Banana Yoshimoto - "Ricordi di un vicolo cieco"

Buon 2016 a tuttiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
Si lo so...siamo a quasi fine febbraio!-.-"Che vergogna!!!
La mia assenza è disdicevole ma lasciamo stare per il momento!
Ultimamente mi sto interessando alla letteratura giapponese, o meglio agli scrittori giapponesi.
Devo ammettere che non avevo mai letto niente di Banana Yoshimoto (e per questo faccio mea culpa) ma questo libro mi ha veramente colpito.
"Ricordi di un vicolo cieco"


L'odore delle foglie secche colpite dal sole e il rumore della città, abbracciati, fanno da cornice a un amore che finisce e un'amicizia che fiorisce. E che diventa qualcosa di molto di più grande, di indimenticabile. Il racconto che Banana Yoshimoto considera il suo capolavoro ("Solo per aver potuto scrivere questo racconto, ringrazio di essere diventata scrittrice"). Una grande storia d'amore, qualunque sia il nome con cui vogliamo chiamare questo sentimento che ci illumina la vita.


Cinque racconti per cinque personaggi che, in seguito a eventi improvvisi e dolorosi, si interrogano sul significato della propria vita e sulla possibilità di essere felici.
Nel primo racconto, intitolato La casa dei fantasmi, due compagni di università, Setsuko e Iwakura, sono legati da un profondo legame di amicizia destinato a trasformarsi in un amore profondo.
Il secondo racconto, intitolato Mammaa!, parla di un tentativo di avvelenamento ai danni di Matsuoka, una ragazza che lavora in una casa editrice. Matsuoka rimette in discussione il legame con le persone che credeva di amare e decide di tornare per un po' di tempo nel paese natale dove, grazie alla quiete e alle attenzioni della nonna, recupera la fiducia in se stessa e nei rapporti umani.
Il terzo racconto è una tragica storia di amicizia tra bambini. Mitsuyo, una scrittrice affermata, ricorda il suo rapporto con Makoto, un amico d'infanzia con il quale trascorreva tutti i pomeriggi dopo la scuola.
Nel quarto racconto Tomo è vittima di uno stupro. Sarà l'amore per Misawa, un uomo incontrato per caso alla mensa aziendale, a farle ritrovare la serenità? È quello che si chiede Banana alla fine del racconto, in un'amara riflessione sulla solitudine dell'uomo di fronte al dolore e sulla possibilità o meno di essere felici.
L'ultimo racconto, che dà il titolo al libro, Ricordi di un vicolo cieco, ha come protagonista Mimi, una ragazza che scopre il tradimento del fidanzato. Decide allora di cambiare città per cercare di dimenticarlo e incontra Nishiyama, la felicità: un piatto di riso al curry buonissimo fatto mescolando per caso alcuni ingredienti avanzati, tragicamente impossibile da ripetere una seconda volta con lo stesso, identico sapore.
Con un linguaggio semplice e scorrevole, Banana Yoshimoto affronta in queste storie tematiche complesse ma, alla fine, i suoi personaggi riescono sempre a trovare nella riscoperta dei rapporti umani e nella placida quotidianità dei legami affettivi la serenità e la forza per continuare a vivere. (Fonte: Feltrinelli)

Trama a parte, quello che mi ha fatto pensare "questo libro lo devo leggere assolutamente" è stata una frase del libro stesso che personalmente non mi ha lasciato per niente indifferente.
Lo spiegare in maniera estremamente semplice il significato di parole apparentemente banali ma che in realtà nessuno sa definire con chiarezza, come appunto "la felicità", mi ha decisamente colpito e ancor di più quando mi sono accorta di condividere quello che stavo leggendo, quando io per prima non mi ero mai saputa dare una risposta alla domanda "cos'è la felicità".
Ecco la frase in questione:
"La felicità arriva all’improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata. In qualsiasi condizione, e con chiunque ti trovi. Non puoi prevederla in nessun modo. E' imprevedibile come lo sono le onde e il tempo. I miracoli sono sempre in attesa."

Sono stata in libreria ma non era disponibile T^T quindi aspetto rientri presto perché non vedo l'ora di leggerlo!!!