Mi interessavo anche alla musica e al cinema giapponese!
Stando in un paese così lontano dal loro (sia fisicamente che culturalmente) quando imparavo anche una singola piccola cosa in più, mi sentivo sempre più vicina a loro e al loro mondo.
E' così che mi sono innamorata. Un amore che non so spiegare, né descrivere a parole, ma è un qualcosa che ti coinvolge completamente, ti appaga e ti da conforto, almeno nel mio caso!
Il mio sogno era andare in Giappone ma non pensavo di realizzarlo così presto.
Un giorno scoprii che la mia Facoltà di Architettura organizzava un viaggio studio a Tokyo e la cosa mi sconvolse. Dovevo assolutamente partecipare a quel viaggio. Ma ormai mancavano pochi mesi alla partenza e la data ultima di iscrizione era ormai passata da tempo.
Ma non mi arresi. Mandai subito una mail al professore per sapere se ero ancora in tempo e quando lui mi disse che c'erano ancora pochi posti disponibili, mi organizzai subito. Il giorno dopo avevo già fatto il bonifico e la settimana seguente avevo già il passaporto in tasca. Quei mesi però non mi volevano proprio passare. Non vedevo l'ora, ma alla fine il giorno tanto agognato arrivò ed io non ero più nella pelle!!!
Partivo da Firenze la mattina alle 10, facevo scalo a Roma da cui poi avremmo preso un volo diretto per Tokyo Narita verso le 15 del pomeriggio, se non ricordo male.
La compagnia era Alitalia e devo ammettere che mi sono trovata bene, cibo a parte (un misto di pietanze italiane e giapponesi mal riuscite!!!).
Il volo durò un'eternità, mi sembra all'incirca 12 ore, con fuso orario di 8.
Poi verso l'una di notte (ora nostra) ci diedero colazione, era giorno e infatti erano le 9 di mattina, ora attuale. Mi affacciai al finestrino e vidi estese di risaie, infinite, una cosa incredibile. Ero davvero in Giappone!Dopo un'oretta l'aereo atterrò a Narita.
Uscii, toccai terra, camminai. Un viaggio emotivamente sconvolgente e intenso, che ha cambiato me, il mio modo di pensare, il mio modo di amare. Un posto che non conoscevo, una lingua che non capivo, sapori che ignoravo, straniera per coloro che avevo intorno: io ero in Giappone.