Si lo so...siamo a quasi fine febbraio!-.-"Che vergogna!!!
La mia assenza è disdicevole ma lasciamo stare per il momento!
Ultimamente mi sto interessando alla letteratura giapponese, o meglio agli scrittori giapponesi.
Devo ammettere che non avevo mai letto niente di Banana Yoshimoto (e per questo faccio mea culpa) ma questo libro mi ha veramente colpito.
"Ricordi di un vicolo cieco"
L'odore delle foglie secche colpite
dal sole e il rumore della città, abbracciati, fanno da cornice a un amore che
finisce e un'amicizia che fiorisce. E che diventa qualcosa di molto di più
grande, di indimenticabile. Il racconto che Banana Yoshimoto considera il suo
capolavoro ("Solo per aver potuto scrivere questo racconto, ringrazio di
essere diventata scrittrice"). Una grande storia d'amore, qualunque sia il
nome con cui vogliamo chiamare questo sentimento che ci illumina la vita.
Cinque racconti per cinque personaggi
che, in seguito a eventi improvvisi e dolorosi, si interrogano sul significato
della propria vita e sulla possibilità di essere felici.
Nel primo racconto, intitolato La
casa dei fantasmi, due compagni di università, Setsuko e Iwakura, sono
legati da un profondo legame di amicizia destinato a trasformarsi in un amore
profondo.
Il secondo racconto, intitolato Mammaa!, parla di un
tentativo di avvelenamento ai danni di Matsuoka, una ragazza che lavora in una
casa editrice. Matsuoka rimette in discussione il legame con le persone che
credeva di amare e decide di tornare per un po' di tempo nel paese natale dove,
grazie alla quiete e alle attenzioni della nonna, recupera la fiducia in se
stessa e nei rapporti umani.
Il terzo racconto è una tragica storia di amicizia
tra bambini. Mitsuyo, una scrittrice affermata, ricorda il suo rapporto con
Makoto, un amico d'infanzia con il quale trascorreva tutti i pomeriggi dopo la
scuola.
Nel quarto racconto Tomo è vittima di uno stupro. Sarà l'amore per
Misawa, un uomo incontrato per caso alla mensa aziendale, a farle ritrovare la
serenità? È quello che si chiede Banana alla fine del racconto, in un'amara
riflessione sulla solitudine dell'uomo di fronte al dolore e sulla possibilità
o meno di essere felici.
L'ultimo racconto, che dà il titolo
al libro, Ricordi di un vicolo cieco, ha come protagonista Mimi,
una ragazza che scopre il tradimento del fidanzato. Decide allora di cambiare
città per cercare di dimenticarlo e incontra Nishiyama, la felicità: un piatto
di riso al curry buonissimo fatto mescolando per caso alcuni ingredienti
avanzati, tragicamente impossibile da ripetere una seconda volta con lo stesso,
identico sapore.
Con un linguaggio semplice e scorrevole, Banana Yoshimoto
affronta in queste storie tematiche complesse ma, alla fine, i suoi personaggi
riescono sempre a trovare nella riscoperta dei rapporti umani e nella placida
quotidianità dei legami affettivi la serenità e la forza per continuare a
vivere. (Fonte: Feltrinelli)
Trama a parte, quello che mi ha fatto pensare "questo libro lo devo leggere assolutamente" è stata una frase del libro stesso che personalmente non mi ha lasciato per niente indifferente.
Lo spiegare in maniera estremamente semplice il significato di parole apparentemente banali ma che in realtà nessuno sa definire con chiarezza, come appunto "la felicità", mi ha decisamente colpito e ancor di più quando mi sono accorta di condividere quello che stavo leggendo, quando io per prima non mi ero mai saputa dare una risposta alla domanda "cos'è la felicità".
Ecco la frase in questione:
"La felicità arriva all’improvviso, indipendentemente dalla situazione e dalle circostanze, tanto da sembrare spietata. In qualsiasi condizione, e con chiunque ti trovi. Non puoi prevederla in nessun modo. E' imprevedibile come lo sono le onde e il tempo. I miracoli sono sempre in attesa."
Sono stata in libreria ma non era disponibile T^T quindi aspetto rientri presto perché non vedo l'ora di leggerlo!!!
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Sempre super felice di sentire cosa ne pensate di questo tanto pazzo quanto incredibile mondo!^_^